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Comuni e terzo settore: prevedere l’esenzione IMU per i comodati

Comuni e terzo settore: prevedere l’esenzione IMU per i comodati

Comuni e terzo settore

Con la riforma del terzo settore (d.lgs. n. 117/2017) si è inaugurata una nuova stagione di attenzione e valorizzazione nei confronti degli enti no-profit.
Anche i Comuni (chi più chi meno, chi prima chi poi) si stanno orientando a promuovere ed enfatizzare il ruolo del terzo settore.
Fra tante dichiarazioni di principio, vi sono misure concrete che i Comuni possono adottare a beneficio degli enti non commerciali (che sono soggetti molto significativi nell’ambito del terzo settore).
Una di queste riguarda l’esenzione IMU per gli immobili condotti in comodato dagli enti non commerciali.

Comodato ed esenzione IMU

La legge n. 160/2019 (legge di bilancio 2020) ai commi 739-783 dell’articolo 1 ha “riformato” l’Imposta municipale propria (con la cd “nuova IMU”).
Il comma 777 lettera c) ha previsto che i Comuni nei propri regolamenti possano “stabilire l’esenzione dell’immobile dato in comodato gratuito al Comune o ad altro ente territoriale o ad ente non commerciale esclusivamente per l’esercizio dei rispettivi scopi istituzionali o statutari”.
Fino al 2019 gli immobili concessi in comodato agli enti non commerciali potevano fruire della esenzione IMU solo a determinate condizioni (se di proprietà di altri enti non commerciali; solo per le attività “meritorie” di cui all’art. 7 comma 1 lettera i) del d.lgs. n. 504/1992… come precisato dalla Cassazione con le sentenze nn. 25508/2015, 13542/2016, 14667/2016, 17693/2017, 17693/2017, 24308/2019, 6795/2020, 3443/202134772/2022, 4395/2023).
La nuova norma, ferme restando le fattispecie di esenzione IMU previste dall’articolo 7 del D.lgs. n. 504/1992 che sono confermate (attività assistenziali, culturali, didattiche, ricettive, ricreative, sportive… svolte con modalità non commerciali), allarga le ipotesi di possibile esenzione:
– l’esenzione può riguardare anche immobili di proprietà di soggetti diversi dagli enti non commerciali (società, privati…);
– le attività svolte in tali immobili devono rientrare tra quelle istituzionali/statutarie degli enti non commerciali (non più solo quelle di cui all’art. 7 comma 1 lettera i) d.lgs. n. 504/1992).
Spetta ai Comuni recepire e disciplinare nei propri regolamenti tale possibilità prevista dalla “nuova IMU”.

I Comuni virtuosi

Diversi Comuni hanno già previsto nei propri regolamenti IMU 2020 l’esenzione per gli immobili concessi in comodato agli enti non commerciali:
– Milano (art.5 comma 2.2);
– Torino (art.12 comma 1 lettera h);
– Aosta (art.8 comma 2);
– Trento (art.8 comma 1 lettera e);
– Rimini (art.5 comma 2);
– Casalecchio di Reno (BO) (art.7 c.2);
– San Giovanni in Persiceto (BO) (art.5 comma 1).

I Comuni “interessati”

Diversi Comuni hanno previsto l’esenzione IMU “solo” per gli immobili concessi in comodato……al Comune:
– Roma (art.11 comma1 lettera i);
– Ancona (art.10 comma 3);
– Venezia (art. 4);
– Taranto (art.12 comma 1 lettera h);
– Trieste (art.11 comma 1 lettera h);
– Cagliari (art.13 comma 2);
– Cotignola (RA) (art.15 comma 1 lettera b).
– Lugo (RA) (art.15 comma 1);
– Castenaso (BO) (art. 8 comma 1).

Sostenere in concreto il terzo settore

Al di là delle dichiarazioni di principio, i Comuni possono sostenere concretamente il terzo settore prevedendo nei propri regolamenti IMU l’esenzione per gli immobili condotti in comodato dagli enti non commerciali per lo svolgimento delle attività istituzionali previste dallo statuto.

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